lunedì 3 febbraio 2025

Rousseau



Nel stato di natura, secondo Rousseau, gli esseri umani erano liberi, uguali e non corrotti, vivendo in armonia con la natura. Tuttavia, con il tempo, la nascita della proprietà privata e l’organizzazione sociale hanno introdotto disuguaglianze, conflitti e corruzione. Rousseau credeva che la società  civile, pur essendo necessaria, avesse compromesso la libertà e l’uguaglianza originarie degli individui. La soluzione, secondo lui, era un contratto sociale che permettesse di fondare una nuova forma di governo basata sulla volontà  generale, dove il bene comune prevale sugli interessi individuali. 

L’Emilio: romanzo pedagogico nel quale viene immaginata l’educazione di un fanciullo dalla nascita all’età adulta. Il romanzo inizia con due riflessioni preliminari: la prima riguarda l’affermazione della bontà originaria dell’uomo allo stato di natura e della sua degenerazione nei rapporti sociali, la seconda sottolinea l’importanza dell’educazione, tutto cioè che acquisiamo dopo la nascita ci viene dall’educazione 

Il libro è diviso in 5 libri dove alla fine Emilio trova la sua futura moglie Sofia.

Per Rousseau l’educazione dovrebbe rispettare la natura e lo sviluppo individuale del bambino. I bambini non devono essere educati come adulti, ma che dovevano essere lasciati liberi .Jean-Jacques Rousseau


 

giovedì 30 gennaio 2025

La stratificazione sociale

 Strati sociali 

Ogni società all’interno di sé presenta degli strati sociali che si differenziano tra loro per il diverso accesso che hanno gli individui singoli alle risorse comuni. La disuguaglianza sociale porta ad una stratificazione sociale cioè quel carattere della società che porta alla creazione di più strati sociali 

Quando un individuo passa da uno strato sociale all’altro parliamo di mobilità sociale. 

Nelle società antiche o quelle del terzo mondo le posizioni all’interno della stratificazione sono attribuite in gran parte per nascita. In una società che si basa sul principio dell’appartenenza per nascita si ha un grado molto basso di mobilità sociale ad esempio in India. 

In Occidente invece la gerarchia della posizione sociale non è stabilita in base alla nascita, ma viene stabilita in virtù di fattori legati alla vita individuale. Uno dei principali indicatori della propria posizione sociale è il denaro. 

I TIPI DI MOBILITÀ SOCIALE:

Mobilità collettiva e Mobilità individuale,Mobilità Intergenerazionale e Mobilità Intragenerazionale, Mobilità Verticale e Mobilità Orizzontale



martedì 28 gennaio 2025

Il potere e la disuguaglianza

 Il fenomeno del potere

La gerarchia delle posizioni nelle organizzazioni non è, in prima battuta, basata sul valore o sul prestigio, ma sul Potere. Chi ha più potere comanda (esempio calcio). Una posizione é gerarchicamente superiore a un’altra quando chi la occupa ha l’autorità di far fare determinate cose a chi occupa la posizione sottoposta e ciò indipendentemente dalle qualità personali degli individui coinvolti.  Avere una gerarchia è molto importante nelle strutture sociali, ad esempio negli uffici. Ogni organizzazione sociale presenta al proprio interno una distinzione più o meno rigida di ruoli o posizioni. Questo implica una distribuzione differenziata del potere. L’esistenza di organizzazioni sociali implica necessariamente una distribuzione differenziata del potere. Con l’esempio dell’azienda capiamo che il potere non è affatto limitato dalla sfera politica o dello Stato. A ogni livello sociale esistono rapporti di potere , e ogni singolo individuo ne è coinvolto. Max Weber dice che il potere si un certo soggetto porta all’obbedienza da parte di altre persone. 

                
Potere informale e autorità
Weber individua un altro tipo di forma di potere che descrive come la probabilità che un certo soggetto ha di imporre la propria volontà all’interno di una relazione sociale e di vedere la sua volontà attuata nonostante l’opposizione di altri. Nelle relazioni sociali si verificano dei conflitti sociali ( uscite con gli amici). Le disuguaglianze nella distribuzione del potere non sono non sono un prodotto esclusivo della società istituzionalizzata ma hanno radici nei rapporti umani 
Distinguiamo dunque le relazioni di potere informale che pervadono tutte le interazioni sociali e le relazioni di potere istituzionalizzate, cioè rese ufficiali da un sistema di posizioni e di ruoli più o meno accettate. Si parla allora in questo caso di Autorità. Quest’ultima dipende dalla posizione sociale e non dalla sua personalità . 


La disuguaglianza 

Questa viene causata dalla distribuzione differenziata del potere perché non c’è uguaglianza tra chi comanda e chi ubbidisce. In tutte le società non solo c’è una inadeguata divisione dei poteri ma anche una inadeguata divisione delle risorse sociali. Quest’ultime sono le ricchezze che la società mette a disposizione dei propri membri. In senso generale la disuguaglianza sociale avviene quando gli individui che appartengono a una certa società non hanno uguale accesso alle risorse che quest’ultima mette a disposizione. 
FORME DI DISUGUAGLIANZA 
-DISUGUAGLIANZA DI RICCHEZZA ECONOMICA
-DISUGUAGLIANZA DI PRESTIGIO 
-DISUGUAGLIANZA DALL’ISTRUZIONE
I principali fattori di disuguaglianza sono legati alla posizione occupata da ciascuno di noi nella vita professionale.

 
                                 


 

domenica 26 gennaio 2025

Leggere la sociologia

 Il nuovo arrivato ( Peter Berger e Thomas Luckmann):

Il tema centrale del testo è il processo di socializzazione dell’individuo e la costruzione della realtà sociale attraverso le istituzioni. 
Fin dalla nascita l’individuo il nuovo arrivato è immerso in un contesto sociale che ne plasma il comportamento e il pensiero. Il neonato quindi é un estraneo che deve apprendere le regole della società per integrarsi. 
Con questo testo Berger e Luckmann dimostrano come la società non sia un’entità statica ma un prodotto di interazione umana continuamente in cambiamento attraverso le istituzioni e il linguaggio 
.                                                                                

Il confetti di ruolo ( Goffman) 

In sociologia il ruolo è l’insieme di comportamenti attesi da un individuo in una determinata posizione sociale. Ogni individuo interpreta diversi ruoli a seconda del contesto e delle persone con cui interagisce. L’individuo può adattare il proprio comportamento in base alle circostanze, modificando il ruolo per mantenere una buona immagine di sé. Si può però verificare un conflitto di ruolo quando si devono soddisfare aspettative contrastanti derivanti da ruoli che ricopre contemporaneamente. Per concludere secondo Goffman, i ruoli non sono rigidi ma flessibili, e gli individui li interpretano per adattarsi alle situazioni sociali .

I gruppi e le istituzioni ( Charles H.Cooley)
L’autore parte definendo i gruppi primari cioè quei gruppi caratterizzati da un’intima associazione e cooperazione. Essi formano la natura sociale e gli degli del singolo individuo. Quest’unità però non é sempre un’unità puramente di armonia e di amore anzi di solito é un’unità differenziata e competitiva dove però il singolo individuo si manterrà fedele a criteri comuni di servizio e di lealtà.
L’istituzione é definito e stabilito dallo spirito pubblico (coscienza collettiva che emerge dall’interazione tra individui e società). 

                                                                                          

Lo Stato nascente ( Francesco Alberoni) 

Il titolo é intuitivo, l’autore ci spiega la condizione iniziale da cui scaturisce un movimento sociale, quel momento in cui le barriere istituzionali vengono superate grazie all’emergere di una nuova coscienza collettiva. Lo Stato nascente si pone in mezzo all’aspetto istituzionale e l’aspetto di vita quotidiano. Con l’inizio dello Stato nascente si interrompono le caratteristiche delle relazioni sociali istituzionali e le forme della vita quotidiana e si entra in uno stato con proprietà particolari. Per passare da uno stato all’altro ci deve essere per forza in mezzo lo Stato nascente. 






sabato 25 gennaio 2025

Psicologia sociale 2

L’interazione sociale: 

L’interazionismo simbolico è una teoria che si concentra su come le persone costruiscono significati e realtà attraverso le interazioni sociali. Quindi i significati non sono fissi ma gli individui singoli possono modificarli. Questo concetto viene introdotto da Herbert Blumer per spiegare gli elementi caratterizzanti l’ambiente sociale in cui nasce e cresce un bambino. Prima di lui però viene un altro mastro cioè George Herbert Mead. Per lo studioso l’individuo non nasce con una personalità ben definita ma essa si forma grazie ai processi di interazione sociale, l’individuo è quindi un prodotto sociale. 

CARATTERE SIMBOLICO: simboli, i cui significati sono condivisi all’interno di un gruppo sociale 

Nel bambino i primi cenni di linguaggio sono il risultato di una imitazione. Per lo studioso il linguaggio è l’elemento essenziale per la formazione e lo sviluppo del sé. 

Il sé: una struttura attiva rispetto all’ambiente, un processo sociale di autointerazione. Quest’ultima è l’attribuzione di significati a persone e eventi. Ogni attribuzione cambia da singolo a singolo perché cambia il sé. 

STADI DI SVILUPPO DEL SÉ: 

Pre rappresentazione: il bambino imita il comportamento dell’adulto però non è ancora in grado di assumere il ruolo dell’altro

Rappresentazione: il bambino assume il ruolo dell’altro quindi vede se stesso come gli altri lo vedono 

LO SVILUPPO DEL SÉ NELLA TEORIA DI SULLIVAN

SULLIVAN definisce il sé come quel che noi vediamo di noi stessi fin da bambini. 

Impariamo a conoscerci attraverso le reazioni altrui ai nostri comportamenti, mediante le loro opinioni su di noi. Un’altra modo per ottenere informazioni su noi stessi è il confronto sociale. 



venerdì 24 gennaio 2025

Psicologia sociale 1

La psicologia sociale è l’indagine sui comportamenti degli individui nelle loro interazioni con gli altri e l’influenza dei gruppi sociali, delle istituzioni e delle culture sulla singola persona.  Lo studio di questa materia iniziò a fine ottocento negli Stati Uniti d’America, con psicologi che si occuparono di psicologia delle folle. Dopo la seconda guerra mondiale molti psicologi emigrarono in America, tra cui Lewis Kurt, profugo ebreo proveniente da Berlino e membro della Gestalt. In Europa la psicologia sociale si iniziò a sviluppare molto più tardi.

PSICOLOGIA DELLE FOLLE:

All’interno della folla il singolo manifesta comportamenti irrazionali, istintivi e agiscono come se fossero contagiati dalla condotta degli altri. 

Il primo a parlarle di questo argomento è Le Bon nel 1895 ne : Psicologia delle folle. Per lo studioso il singolo quando è parte della folla mette in atto comportamenti e atteggiamenti istintivi, meno razionali rispetto a quelli che esprime quando è solo. C’è una sorta di contagio all’interno della folla, un effetto suggestivo. Le Bon sottolinea quindi che l’individuo quando fa parte della folla la sua parte irrazionale prevale su quella razionale. Serve un capo per orientare queste tendenze istintive. 

L’annullamento del singolo nella folla:

Nel 1921 Freud riprese i temi iniziati da Le Bon in: Psicologia delle masse analisi dell’io. Freud sostiene che per capire il comportamento della folla bisogna anzitutto capire il comportamento del singolo. Quando l’uomo è componente di una massa, le une caratteristiche personali scompaiono. La personalità del singolo si annulla lasciando spazio alla personalità della massa. In questo senso l’uomo acquista un senso di potenza dato dall’anonimato

DISTINZIONE MASSA E FOLLA

Massa: vasta collettività di persone unite da interessi che però non sono fisicamente insieme 

Folla: agglomerato ampio di persone fisicamente presenti in uno stesso luogo . L’individuo in questo caso perde la parte razionale per farsi trasportare dalla identità della folla. 


giovedì 21 novembre 2024

autismo, ansia e Depressione



 Depressione nei bambini: 

Gli adulti a differenza dei bambini, hanno i mezzi per valutare ciò che gli sta accadendo, sono consci di quello che sta accadendo. Le persone adulte tentano, tranne nei casi più gravi di vincere questa malattia, tranne nei casi più gravi, i bambini non hanno le risorse per farlo. 

La depressione porta ad un alterazione grave dello sviluppo. I bambini non riescono più a divertirsi, non giocano più e non instaurano rapporti sani interpersonali, si sentono ipercritici e insicuri e tendono a essere pessimisti. 

Il sentimento maggiore che provano di più in questo periodo è la tristezza, ma troviamo anche rabbia, la perdita della risposta di piacere e di allegria e non si sentono amati.

In questo periodo il bambino tende a svalutarsi e di conseguenza l’autostima si abbassa notevolmente, il rendimento scolastico segue il passo dell’autostima

Tra i sintomi fisici troviamo l’affaticamento, l’incapacità alla concentrazione, il cambiamento nell’appetito e/o peso 


Bambino Ansioso

Anche i bambini possono provare ansia e angoscia, e si può manifestare fin dall’infanzia molto spesso con l’inizio della scuola, 

Il bambino può manifestare la sua ansia im più modi ad esempio con l’irritabilità. Quello che succede nella mente del bambino è un sovraffollamento di idee, concetti, azioni, pensieri che non gli danno la possibilità di concentrarsi su un argomento unico quindi l’unica via di scampo sembrerebbe la fuga.


Autismo: è una psicosi ed é una delle più note e temute. Ed é abbastando frequente, circa 1 casi ogni 1000. Il termine autismo viene coniato nel 1911 e nel 1943 viene formulata la prima definizione di sindrome autistica.

Non c’è una vera e propina certezza sull’origine dell’autismo, si parla di di cause organiche, anomalie in alcune aree cerebrali, incapacità biologica di provare attaccamenti emotivi. 

Per Bruno Bettelheim l’autismo era causato da dinamiche familiari problematiche, in particolare dal comportamento delle madri, che definì madri frigorifere. Secondo lui , queste madri, fredde ed emotivamente distanti, avrebbero ostacolato il normale sviluppo del bambino, portandolo a chiudersi in se stesso. Questa teoria oggi é completamente smentita.

Quello su cui tutti gli psicologi sono d’accordo é il punto di vista clinico. L’atteggiamento principale che ci suggerisce la diagnosi é quando il bambino incurva la schiena per allontanarsi dal contatto fisico.





sabato 16 novembre 2024

Sviluppo Atipico

Ritardo Mentale

Lo sviluppo individuale non avviene nei modi più conformi e quindi si possono verificare alterazioni dovute ad anomalie o patologie di diverso tipo determinate sia dai fattori biologici sia dai fattori psicologici e ambientali. Possiamo parlare di ritardo mentale quando ci troviamo di fronte a deficit cognitivi che comportano uno sviluppo cognitivo atipico. 

Possibili cause:

- ereditarie, alcune malattie metaboliche possono dare origine ai danni cerebrali molto gravi 

-alterazioni precoci dello sviluppo embrionale, possono essere mutazioni cromosomiche ad esempio la sindrome di Down o a danni prenatali dovuti a sostanze tossiche 

-problemi durante la gravidanza o nel periodo perinatale, che possono essere malnutrizione del feto, prematurità, ipossia

-condizioni mediche generali  durante l’infanzia o la fanciullezza, infezioni, traumi, avvelenamenti, oppure fattori ambientali, un’altra causa può essere la presenza di disturbi mentali gravi, come, l’autismo

Per ridurre i problemi relativi al ritardo mentale un grande ruolo lo gioca la prevenzione. Essa può essere effettuata attraverso normali controlli ostetrici. 

Disturbi della comunicazione

I due disturbi dell’infanzia che vengono diagnosticati più frequentemente sono: i disturbi della comunicazione e e quelli dell’apprendimento.

Nello sviluppo dei bambini la funzione linguistica appare circa dopo i 2 anni, ma ovviamente non è uguale per tutti.  Quando il disturbo del linguaggio può essere fatto risalire a una lesione o a una malformazione del cervello, esso viene definito funzionale. 

Le diverse tipologie di disturbo: i disturbi del linguaggio possono essere distinti in questo modo:

- disturbi centrali, raggruppati sotto il titolo di afasia, questi disturbi manifestano sintomi diversi a seconda dell’area del cervello compromessa 

-disturbi di produzione o emissione, patologie che si manifestano nella balbuzie, ovvero un’anomalia nel fluire dell’ eloquio. Accanto alle balbuzie devono essere ricordate le aplologia, ovvero emissione troppo veloce del linguaggio con omissione di parole e inversione dell’ordine delle stesse

-disturbo della fonazione, incapacità di usare i suoni del linguaggio rispetto al livello di sviluppo raggiunto , può essere un deficit sensoriale, motoria della parola, oppure una forma di mutismo selettivo 

 

Disturbi dell’apprendimento (DSA)

Difficoltà nella lettura, nella scrittura e nel calcolo, hanno cause neurobiologiche che consistono nella disfunzione delle aree cerebrali coinvolte nel riconoscimento di lettere, parole e numeri, e si possono raggruppare in: dislessia, disortografia, disgrafia e discalculi.

Dislessia: problema legato alla capacità di leggere e alle volte di scrittura. Le manifestazioni più comuni di questi disturbi sono l’omissione, l’inversione e la sostituzione di lettere simmetriche

Discalculia: l’incapacità di fare i calcoli, ha sintomi analoghi a quegli della dislessia

Difficoltà di scrittura: i termini che usiamo in questo ambito sono l’agrafia e la disgrafia. 

Quest’ultima è suddivisa in due gruppi: agrafie centrali e periferiche

Agrafie Centrali: - lessicale: scrivere una parola per come là si sente la pronuncia 

Fonologia: il soggetto ha difficoltà a scrivere le parole senza senso, cioè non conosciute

Profonda: scrivere commettendo errori semantici, cioè relativi al significato della parola

Agrafie Periferiche:-da neglet: sostituzione o amputazione della parola sinistra del grafema

Aprassica: soggetto incapace di compiere dei gesti complessi e opta per la strada più semplice 

Ci sono altri tipi di agrafia che però non fanno parte dei due sottogruppi 

Ideatoria: non sapere scrivere lettere e parole sotto dettatura, anche se il soggetto mantiene comunque la capacità di scrivere copiando le lettere. 

Spaziale: utilizza lo spazio in modo errato 

Disgrafia: difficoltà nell’apprendimento della scrittura. 

BES: bisogni educativi speciali. Tre grandi categorie: disabilità, disturbi evolutivi specifici e lo svantaggio socio economico, linguistico e culturale 




 









venerdì 15 novembre 2024

Locke

 

Locke è stato una persona dai tratti eclettici, filosofo, cultore di medicina, consigliere politico e uomo d’affari. Il filosofo nega l’esistenza di idee innate, sostenendo invece che vi siano solo quelle originate dall’esperienza sensibili. Da un punto di vista pedagogico, per lui i bambini nascono privi di qualunque conoscenza. C’è quindi un recupero della pedagogia dell’abitudine.



Formazione del Gentleman: la pedagogia di Locke è molto influenzata dal periodo storico, infatti quest’ultimo indirizza la sua opera, ovvero formare i gentleman, ai figli della classe emergente( mercantile e borghesia). Per Locke il fine dell’educazione era l’acquisizione di salde abitudini morali che consentano il giovane a sapersi comportare nella società. L’educazione alla saggezza é più importante rispetto all’istruzione (famiglia e scuola). A casa si imparano le virtù morali. Per Locke l’istruzione avviene tramite l’esperienza. La figura del gentiluomo non si addice alla punizioni fisiche ma piuttosto alle lodi e ai rimproveri.




martedì 12 novembre 2024

Nuove pratiche educative

 Nel settecento in Europa e più nello specifico in Inghilterra, nasce l’empirismo, una teoria che mette in crisi quella dell’ innatismo, secondo la quale l’uomo sarebbe nato con alcune idee già impresse, come quella di Dio. La concezione dell’empirismo allora oltre a non possedere alcuna idea innata, per crescere e svilupparsi ha bisogno di poter conoscere il mondo per il mezzo di esperienza

Oltre alla filosofia anche la medicina diede un ulteriore impulso allo studio dell’uomo e i suoi meccanismi fisiologici e psichici. Da questo momento si differenzia l’adulto e il bambino e l’infanzia viene riconosciuta come età con prerogative peculiari , diverse dalle altre età. La psicologia (che era una branca della filosofia) inizia a pensare al bambino come una tabula rasa.

L’infanzia da questo momento viene vista come l’età dell’apprendimento, e almeno nei ceti sociali più elevati i bambini erano oggetti di attenzione. 

Il latino pure nel 700 rimane una lingua molto usata, dato che rappresentava la materia più importante, oltre che la lingua di comunicazione d’eccellenza.



lunedì 11 novembre 2024

C’era una volta la città dei matti

 In classe in più lezioni abbiamo assistito al film: C’era una volta la città dei matti di Marco Turco. 

Nel film c’è in modo molto evidente il fenomeno dell’istituzzionalizzazione, dove i pazienti sono privati della loro autonomia e trattati secondo rigidi modelli di controllo sociale. Franco Basaglia,  il protagonista, critica questo sistema e si oppone all’idea che l’istituzione debba annullare l’individuo. Attraverso la sua rivoluzione, promuove un modello basato sul rispetto, sull’integrazione e sulla libertà personale, rifiutando  la visione oppressiva tipica delle istituzioni chiuse.

Il film é uscito nel 2010 ma per la sua fotografia sembra di stare negli anni 50/60. Da un punto di vista teatrale per mia opinione personale in questo film non c’è un attore non bravo 

Franco Basaglia, una rivoluzione



Rousseau

Nel stato di natura, secondo Rousseau , gli esseri umani erano liberi, uguali e non corrotti, vivendo in armonia con la natura. Tuttavia, co...