giovedì 21 novembre 2024

autismo, ansia e Depressione



 Depressione nei bambini: 

Gli adulti a differenza dei bambini, hanno i mezzi per valutare ciò che gli sta accadendo, sono consci di quello che sta accadendo. Le persone adulte tentano, tranne nei casi più gravi di vincere questa malattia, tranne nei casi più gravi, i bambini non hanno le risorse per farlo. 

La depressione porta ad un alterazione grave dello sviluppo. I bambini non riescono più a divertirsi, non giocano più e non instaurano rapporti sani interpersonali, si sentono ipercritici e insicuri e tendono a essere pessimisti. 

Il sentimento maggiore che provano di più in questo periodo è la tristezza, ma troviamo anche rabbia, la perdita della risposta di piacere e di allegria e non si sentono amati.

In questo periodo il bambino tende a svalutarsi e di conseguenza l’autostima si abbassa notevolmente, il rendimento scolastico segue il passo dell’autostima

Tra i sintomi fisici troviamo l’affaticamento, l’incapacità alla concentrazione, il cambiamento nell’appetito e/o peso 


Bambino Ansioso

Anche i bambini possono provare ansia e angoscia, e si può manifestare fin dall’infanzia molto spesso con l’inizio della scuola, 

Il bambino può manifestare la sua ansia im più modi ad esempio con l’irritabilità. Quello che succede nella mente del bambino è un sovraffollamento di idee, concetti, azioni, pensieri che non gli danno la possibilità di concentrarsi su un argomento unico quindi l’unica via di scampo sembrerebbe la fuga.


Autismo: è una psicosi ed é una delle più note e temute. Ed é abbastando frequente, circa 1 casi ogni 1000. Il termine autismo viene coniato nel 1911 e nel 1943 viene formulata la prima definizione di sindrome autistica.

Non c’è una vera e propina certezza sull’origine dell’autismo, si parla di di cause organiche, anomalie in alcune aree cerebrali, incapacità biologica di provare attaccamenti emotivi. 

Per Bruno Bettelheim l’autismo era causato da dinamiche familiari problematiche, in particolare dal comportamento delle madri, che definì madri frigorifere. Secondo lui , queste madri, fredde ed emotivamente distanti, avrebbero ostacolato il normale sviluppo del bambino, portandolo a chiudersi in se stesso. Questa teoria oggi é completamente smentita.

Quello su cui tutti gli psicologi sono d’accordo é il punto di vista clinico. L’atteggiamento principale che ci suggerisce la diagnosi é quando il bambino incurva la schiena per allontanarsi dal contatto fisico.





sabato 16 novembre 2024

Sviluppo Atipico

Ritardo Mentale

Lo sviluppo individuale non avviene nei modi più conformi e quindi si possono verificare alterazioni dovute ad anomalie o patologie di diverso tipo determinate sia dai fattori biologici sia dai fattori psicologici e ambientali. Possiamo parlare di ritardo mentale quando ci troviamo di fronte a deficit cognitivi che comportano uno sviluppo cognitivo atipico. 

Possibili cause:

- ereditarie, alcune malattie metaboliche possono dare origine ai danni cerebrali molto gravi 

-alterazioni precoci dello sviluppo embrionale, possono essere mutazioni cromosomiche ad esempio la sindrome di Down o a danni prenatali dovuti a sostanze tossiche 

-problemi durante la gravidanza o nel periodo perinatale, che possono essere malnutrizione del feto, prematurità, ipossia

-condizioni mediche generali  durante l’infanzia o la fanciullezza, infezioni, traumi, avvelenamenti, oppure fattori ambientali, un’altra causa può essere la presenza di disturbi mentali gravi, come, l’autismo

Per ridurre i problemi relativi al ritardo mentale un grande ruolo lo gioca la prevenzione. Essa può essere effettuata attraverso normali controlli ostetrici. 

Disturbi della comunicazione

I due disturbi dell’infanzia che vengono diagnosticati più frequentemente sono: i disturbi della comunicazione e e quelli dell’apprendimento.

Nello sviluppo dei bambini la funzione linguistica appare circa dopo i 2 anni, ma ovviamente non è uguale per tutti.  Quando il disturbo del linguaggio può essere fatto risalire a una lesione o a una malformazione del cervello, esso viene definito funzionale. 

Le diverse tipologie di disturbo: i disturbi del linguaggio possono essere distinti in questo modo:

- disturbi centrali, raggruppati sotto il titolo di afasia, questi disturbi manifestano sintomi diversi a seconda dell’area del cervello compromessa 

-disturbi di produzione o emissione, patologie che si manifestano nella balbuzie, ovvero un’anomalia nel fluire dell’ eloquio. Accanto alle balbuzie devono essere ricordate le aplologia, ovvero emissione troppo veloce del linguaggio con omissione di parole e inversione dell’ordine delle stesse

-disturbo della fonazione, incapacità di usare i suoni del linguaggio rispetto al livello di sviluppo raggiunto , può essere un deficit sensoriale, motoria della parola, oppure una forma di mutismo selettivo 

 

Disturbi dell’apprendimento (DSA)

Difficoltà nella lettura, nella scrittura e nel calcolo, hanno cause neurobiologiche che consistono nella disfunzione delle aree cerebrali coinvolte nel riconoscimento di lettere, parole e numeri, e si possono raggruppare in: dislessia, disortografia, disgrafia e discalculi.

Dislessia: problema legato alla capacità di leggere e alle volte di scrittura. Le manifestazioni più comuni di questi disturbi sono l’omissione, l’inversione e la sostituzione di lettere simmetriche

Discalculia: l’incapacità di fare i calcoli, ha sintomi analoghi a quegli della dislessia

Difficoltà di scrittura: i termini che usiamo in questo ambito sono l’agrafia e la disgrafia. 

Quest’ultima è suddivisa in due gruppi: agrafie centrali e periferiche

Agrafie Centrali: - lessicale: scrivere una parola per come là si sente la pronuncia 

Fonologia: il soggetto ha difficoltà a scrivere le parole senza senso, cioè non conosciute

Profonda: scrivere commettendo errori semantici, cioè relativi al significato della parola

Agrafie Periferiche:-da neglet: sostituzione o amputazione della parola sinistra del grafema

Aprassica: soggetto incapace di compiere dei gesti complessi e opta per la strada più semplice 

Ci sono altri tipi di agrafia che però non fanno parte dei due sottogruppi 

Ideatoria: non sapere scrivere lettere e parole sotto dettatura, anche se il soggetto mantiene comunque la capacità di scrivere copiando le lettere. 

Spaziale: utilizza lo spazio in modo errato 

Disgrafia: difficoltà nell’apprendimento della scrittura. 

BES: bisogni educativi speciali. Tre grandi categorie: disabilità, disturbi evolutivi specifici e lo svantaggio socio economico, linguistico e culturale 




 









venerdì 15 novembre 2024

Locke

 

Locke è stato una persona dai tratti eclettici, filosofo, cultore di medicina, consigliere politico e uomo d’affari. Il filosofo nega l’esistenza di idee innate, sostenendo invece che vi siano solo quelle originate dall’esperienza sensibili. Da un punto di vista pedagogico, per lui i bambini nascono privi di qualunque conoscenza. C’è quindi un recupero della pedagogia dell’abitudine.



Formazione del Gentleman: la pedagogia di Locke è molto influenzata dal periodo storico, infatti quest’ultimo indirizza la sua opera, ovvero formare i gentleman, ai figli della classe emergente( mercantile e borghesia). Per Locke il fine dell’educazione era l’acquisizione di salde abitudini morali che consentano il giovane a sapersi comportare nella società. L’educazione alla saggezza é più importante rispetto all’istruzione (famiglia e scuola). A casa si imparano le virtù morali. Per Locke l’istruzione avviene tramite l’esperienza. La figura del gentiluomo non si addice alla punizioni fisiche ma piuttosto alle lodi e ai rimproveri.




martedì 12 novembre 2024

Nuove pratiche educative

 Nel settecento in Europa e più nello specifico in Inghilterra, nasce l’empirismo, una teoria che mette in crisi quella dell’ innatismo, secondo la quale l’uomo sarebbe nato con alcune idee già impresse, come quella di Dio. La concezione dell’empirismo allora oltre a non possedere alcuna idea innata, per crescere e svilupparsi ha bisogno di poter conoscere il mondo per il mezzo di esperienza

Oltre alla filosofia anche la medicina diede un ulteriore impulso allo studio dell’uomo e i suoi meccanismi fisiologici e psichici. Da questo momento si differenzia l’adulto e il bambino e l’infanzia viene riconosciuta come età con prerogative peculiari , diverse dalle altre età. La psicologia (che era una branca della filosofia) inizia a pensare al bambino come una tabula rasa.

L’infanzia da questo momento viene vista come l’età dell’apprendimento, e almeno nei ceti sociali più elevati i bambini erano oggetti di attenzione. 

Il latino pure nel 700 rimane una lingua molto usata, dato che rappresentava la materia più importante, oltre che la lingua di comunicazione d’eccellenza.



lunedì 11 novembre 2024

C’era una volta la città dei matti

 In classe in più lezioni abbiamo assistito al film: C’era una volta la città dei matti di Marco Turco. 

Nel film c’è in modo molto evidente il fenomeno dell’istituzzionalizzazione, dove i pazienti sono privati della loro autonomia e trattati secondo rigidi modelli di controllo sociale. Franco Basaglia,  il protagonista, critica questo sistema e si oppone all’idea che l’istituzione debba annullare l’individuo. Attraverso la sua rivoluzione, promuove un modello basato sul rispetto, sull’integrazione e sulla libertà personale, rifiutando  la visione oppressiva tipica delle istituzioni chiuse.

Il film é uscito nel 2010 ma per la sua fotografia sembra di stare negli anni 50/60. Da un punto di vista teatrale per mia opinione personale in questo film non c’è un attore non bravo 

Franco Basaglia, una rivoluzione



Modelli di comportamento, posizione sociale e influsso della personalità individuale

Le istituzione si manifestano attraverso il comportamento delle persone che rappresentano quest’ultime e che le rendono visibili. Le istituzioni creano dei modelli di comportamento a cui gli individui difficilmente possono sottrarvi. Così raccendo tutti abbiamo un ruolo nella società. 

La posizione sociale: detta anche status sociale é il posto che occupa una persona nella società ed è creata dall’istituzionalizazione. Ogni posizione sociale contempla certe cose da fare e quindi anche delle aspettative. Le posizioni sociali devono essere occupate. 

Il ruolo sociale é l’insieme delle aspettative, norme e comportamenti associati a una determinata posizione sociale che un individua occupa all’interno di un gruppo o di una società. É il modo in cui un individuo agisce, o dovrebbe agire, in base al suo status sociale o al contesto in cui si trova.

L’influsso della personalità individuale: la personalità di una persona influisce sul suo ruolo sociale, ad esempio il vigile metterà la multa in base alla persona che si trova davanti (sesso, lingua, aspetto, ecc…) Come nel teatro dove i ruoli teatrali lasciano margine all’interpretazione personale. 


L’istituzionalizzazione permette agli individui di coordinarsi verso obiettivi comuni, fornendo modelli di comportamento condivisi. Questo garantisce l’organizzazione sociale e amplia le possibilità di azione individuale 




































domenica 10 novembre 2024

Relazioni, tipizzazione e ripetizione

 La relazione: il moltiplicarsi delle interazione portano ad una legame, una relazione tale per cui il comportamento dell’uno tiene conto del comportamento dell’altro. Da quel momento il nostro comportamento non è più libero e casuale ma sottostà a delle attese. Per Max Weber il rapporto fra due o più individui che orientano reciprocamente le loro azioni si chiama: RELAZIONE SOCIALE

Le forme di relazione sociale: 

Relazione Stabile= una relazione duratura nel tempo come l’amicizia, la famiglia, ecc…

Relazione Momentanea= non duratura, cenno di saluto in strada con un signore

Relazioni Cooperative= in linea di massima quando i diversi obiettivi degli individui sono compatibili

Relazione Momentanea= quando gli individui si ostacolano a raggiungere l’obiettivo     




Cristallizzazione delle relazioni: quando una relazione diventa rigida e immutabile, questo processo porta all’istituzionalizzazione. Esso si basa su due fenomeni:

Ripetizione: tendenza a ripetere azioni nello stesso modo perché molto spesso è vantaggioso. In questo modo è possibile fare molte azioni con un basso livello di attenzione e quindi anche con un notevole risparmio delle energie psicofisiche 

Tipizzazione: quando un azione diventa un tipo di azione riproducibile nel contesto di una relazione sociale e quindi non appartiene più solo ad un individuo. Con questo fenomeno abbiamo un salto di qualità rispetto a quello precedente. Abbiamo una standardizzazione di un’intera società in questo caso.



Struttura della società, azione sociale e interazione

La struttura della società:
La società non è un caos ma un organismo strutturato e piuttosto articolato, composta da una moltitudine di forme intermedie di aggregazione 
La famiglia, gli amici, il gruppo sportivo, eccetera, sono tutte strutture della società che nel bene o nel male influiscono nella nostra  vita. Per questo la società é sempre articolata in gruppi e organizzazioni. Perciò uno dei primi compiti della sociologia é studiare il carattere strutturato della società in tutte le sue articolazioni.

L’azione sociale:  il singolo comportamento di un uomo che si riferisce all’azione di altri uomini ed é un una definizione da attribuire a Max Weber. Esempio il non pagare il biglietto del bus. 

Interazione: é un sistema di azioni e reazioni reciproche tra due o più individui. L’intera società é fatta di interazioni tra individui, gruppi e organizzazioni. 

Rousseau

Nel stato di natura, secondo Rousseau , gli esseri umani erano liberi, uguali e non corrotti, vivendo in armonia con la natura. Tuttavia, co...